Una delle remunerazioni più attese dagli azionisti delle società quotate in Borsa è rappresentata dal dividendo, un elemento spesso in grado di dirottare le scelte di investimento degli utenti del mercato finanziario, che al di là dell’apprezzamento del valore di mercato dei titoli, guardano con particolare attenzione alla storia dei dividendi di una specifica società, valutando la “generosità” o meno nella concessione di tale ripartizione degli utili in favore degli azionisti.
Prima di parlare, pur sinteticamente, di questo importante elemento di redditività, è bene cercare di definire il dividendo.
Il dividendo è infatti la quota di un utile netto conseguito da una società, ripartito agli azionisti sulla base di una decisione intrapresa ordinariamente in sede di approvazione del bilancio e, appunto, di destinazione degli utili conseguiti.
Vediamo ora di analizzare qualche altro elemento utile per comprendere meglio cosa si intende per dividendo:
Chi decide il dividendo: In Italia, il dividendo è approvato dall’assemblea ordinaria, su proposta tipicamente presentata dagli amministratori, dopo aver destinato le quote di utili a riserva legate e straordinaria.
Ogni quanto viene pagato il dividendo: Il dividendo ordinario viene erogato di norma una volta l’anno, successivamente all’approvazione del bilancio di esercizio. Niente vieta tuttavia alla società di approvare l’erogazione di dividendi estemporanei, di natura straordinaria.
La periodicità del pagamento dei dividendi negli altri Paesi europei ed extra europei può variare sulla base degli usi e delle normative di riferimento.
Come è erogato il dividendo: Tradizionalmente, il dividendo è erogato in contanti. Vi è tuttavia la possibilità di erogare un dividendo attraverso la concessione di nuove azioni, mediante operazioni definite come aumento gratuito di capitale.
Ogni azionista della società, pertanto, sulla base del numero di azioni possedute, potrà scegliere di incrementare il proprio valore assoluto detenuto nella stessa società.