Nel linguaggio comune il termine motivazione viene utilizzato per indicare i bisogni, le ragioni e i desideri legati al comportamento delle persone, e che ne determinano le azioni.
La motivazione è, in questo senso, interpretabile come l’insieme dei fattori o “motivi” che stanno alla base del comportamento, lo sollecitano e lo orientano in determinate direzioni.
Da un punto di vista generale, normalmente il tema associato alla motivazione è quello della meta e del traguardo: in altre parole cosa spinge una persona a sopportare rinunce, fatiche e sacrifici pur di raggiungere un proprio grande obiettivo?
L’individuo può essere visto come un sistema complesso in cui la motivazione risulta essere una componente dinamica determinante: in altre parole ogni persona è un insieme di diversi fattori (tendenze, credenze, idee…) tra i quali la motivazione risulta essere un elemento centrale, aggregante e propulsivo.
La motivazione personale dipende in modo determinante dalle esperienze vissute, dalle competenze acquisite (cioè quello che l’individuo è in grado di fare) e dai valori personali, vale a dire ciò che l’individuo vuole fare.
Le esperienze sono alla base della personalità, dell’autostima e della fiducia in sè stessi.
Le competenze sono l’insieme di risorse necessarie alla riuscita.
I valori (o ideali) rappresentano il nucleo di idee guida dell’individuo, ovvero ciò in cui crede e che dà significato alla sua esistenza.
Ma cosa innesca la spinta motivazionale in una persona e la traduce in azione?
La spinta motivazionale viene innescata ogni volta che una persona avverte che il suo equilibrio interno è stato modificato dalla nascita di un bisogno. Un bisogno è la percezione di una distanza, di uno squilibrio tra una situazione attuale e una situazione desiderata.
Ad esempio, se una persona ha sete è perché un suo equilibrio interno è stato interrotto da una situazione di disagio, la sete appunto.
La motivazione è ciò che spinge un individuo all’azione, ad adoperarsi per ristabilire la situazione di equilibrio precedente, bevendo un bicchiere d’acqua nel nostro esempio.
Le spinte motivazionali
Le spinte motivazionali non sono soltanto di tipo elementare come la sete e la fame, ma possono essere molto complesse.
Spesso le motivazioni non sono chiare agli stessi individui, molte persone attraversano delle crisi esistenziali nelle quali non riescono più a capire cosa vogliono dalla loro vita o a comprendere i motivi profondi che guidano i loro comportamenti.
All’approfondimento delle varie tipologie dei bisogni umani si è dedicato lo psicologo americano Abraham Maslow, i cui risultati sono sintetizzati nella celebre SCALA GERARCHICA DEI BISOGNI.
Sostanzialmente esistono tre categorie fondamentali in cui è possibile classificare le motivazioni umane, secondo un ordine di crescente complessità:
– Le motivazioni primarie: sono pulsioni di natura fisiologica che comprendono essenzialmente bisogni fondamentali per la sopravvivenza quali bere, mangiare e dormire.
– Le motivazioni secondarie: sono bisogni di natura individuale e sociale che si sono formati nell’individuo a seguito dei vari processi di socializzazione. Sono, per esempio, l’essere riconosciuti come persona di successo, la cooperazione e la competizione.
– Le motivazioni di livello superiore: sono impulsi che appartengono in maniera specifica a ciascun individuo e riguardano il perseguire i propri obiettivi, coerentemente con i propri valori ed ideali. Sono esempi di questa categoria il perseguire la propria soddisfazione personale, nel campo delle affettività, nell’ambito del lavoro e della professione, vivere in conformità con i propri principi morali.
Se, per una qualsiasi ragione, una pulsione (o bisogno) non dovesse venire soddisfatta, essa rimarrà attiva nell’individuo, generando tensione interna e divenendo un elemento negativo nella dinamica dei rapporti interpersonali.