Nel caso di atti sbagliati, come cittadino hai la possibilità di fare ricorso nei confronti dell’Ufficio Anagrafe di un comune. A volte questi errori sono involontari, come l’errata trascrizione di un dato sbagliato, oppure ci possono essere casi di diniego di iscrizione di un soggetto all’anagrafe della popolazione residente. Vediamo insieme come affrontare il ricorso.
Puoi trovarti in controversia con l’Uffico Anagrafe del tuo Comune di residenza per svariati motivi, i più comuni sono le iscrizioni d’ufficio o i trasferimenti di residenza, come i rifiuti di iscrizione e di cancellazione o ancora il rifiuto di accettare un’autocertificazione. A questo proposito ricordiamo che, come spiegato in questa guida sull’autocertificazione, la Pubblica Amministrazione ha l’obbligo di accettare l’autocertificazione dei dati personali, riservandosi poi la possibilità di effettuare controlli sulla veridicità delle dichiarazioni.
In tutti questi casi, come cittadino puoi presentare ricorso. I requisiti per poterlo fare sono essere il titolare del provvedimento o comunque avere un interesse giuridico. Sul sito del Ministero degli Interni, nell’apposita sezione troverai tutti i modelli disponibili di ricorso, da scaricare secondo le tue esigenze.
Una volta scaricato il modello specifico a risolvere il tuo problema, devi accuratamente compilarlo in ogni sua parte e firmarlo. Alla domanda di ricorso devi allegare una marca da bollo del valore di 14,62 euro. Allega eventuali documenti che attestino la veridicità di quanto affermi. Unica regola importante è presentare il ricorso nei termini giusti, cioè entro 30 giorni dalla data della notifica del provvedimento da parte dell’Ufficio Anagrafe.
Devi spedire il ricorso alla Prefettura U.T.G della Provincia dove ha sede il Comune in questione. Meglio è spedirlo con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, altrimenti puoi anche portarlo a mano, ricordandoti però di farti rilasciare una ricevuta datata che attesti l’avvenuta presentazione.