I derivati finanziari sono degli strumenti finanziari con un valore derivante da quello di attività sottostanti: l’andamento dei derivati dipenderà pertanto dal trend assunto dagli asset influenzanti il suo valore, che, a seconda della natura dello strumento finanziario, potranno essere valute, merci, crediti, altri strumenti finanziari, indici o panieri finanziari, o addirittura altri derivati, creando così una correlazione indiretta dell’andamento dei vari valori di quotazione degli stessi derivati.
Per comprendere come mai, negli ultimi anni, i derivati siano diventati una “croce” per molte imprese italiane, cerchiamo di capire con ordine quali sono le proprie funzioni.
I derivati servono principalmente a coprire eventuali conseguenze negative finanziarie derivanti dall’avvenimento di rischi di cambio, di tasso, di oscillazione dei prezzi e altri potenziali pregiudizi (come i rischi di credito).
Si tratta pertanto di una sorta di garanzia, che si attiva all’avverarsi del rischio, contribuendo così a ridurre l’imprevedibilità gestionale aziendale.
I principali derivati negoziabili sui mercati italiani sono
swap: si tratta di contratti con i quali è possibile scambiare un tasso di interesse fisso con un tasso di interesse variabile, coprendosi così dal rischio di eventuali variazioni sfavorevoli degli stessi
futures: sono contratti utilizzabili per acquistare o vendere quantità predefinite di merci, valute o attività finanziarie, in una data futura stabilita contrattualmente e ad un prezzo altrettanto certo
opzioni: sono contratti che consentono al sottoscrittore di poter comprare o vendere un bene ad un prezzo predefinito, in una data fissa o entro una certa data costituente il limite temporale
Visto e considerato che i derivati nascono per diminuire i rischi, potrebbe non esser chiaro come mai il loro utilizzo è finito con il danneggiare i sottoscrittori, anziché migliorare le proprie condizioni di serenità gestionale.
La spiegazione è ricercabile nell’avvenuta variazione dell’utilizzo degli stessi strumenti, che più che per operazioni di protezione vengono oggi utilizzati per fini speculativi, generando spesso gravi perdite per i sottoscrittori, che spesso si fidano inconsapevolmente di operatori – venditori di questi strumenti finanziari, scarsamente conoscitori del prodotto e dei rischi che conseguono ad una imprudente gestione degli stessi.