Andare ad analizzare e prevedere l’andamento di un determinato titolo, di un settore e di un indice nell’era della new economy è un’operazione complessa e impegnativa. L’investitore che mira ad ottenere dei buoni rendimenti, deve impegnarsi in un attento studio dei fondamentali e delle analisi di previsione che sono state elaborate dagli esperti. Uno dei principi generali che riguarda l’analisi dei mercati finanziari evidenzia come, nei mercati finanziari tradizionali, i cicli possono seguire le tendenze provocate dal cambiamento di attitudini e delle aspettative da parte degli investitori. Dato che questi specifici comportamenti tendono ad essere ripetitivi, lo studio delle relazioni tra medie, indici e indicatori tecnici del passato può essere di grande utilità per l’identificazione dei principali punti di svolta futuri del mercato.
La teoria del ciclo economico
Il modo senza dubbio più semplice e veloce per riuscire ad osservare il fenomeno del ciclo economico è quello di analizzare l’andamento del prodotto interno lordo (PIL), ovvero la ricchezza creata di anno in anno da un determinato sistema-paese.
I cicli economici e la borsa. La teoria del ciclo economico e quella relativa ai cicli di borsa non vanno ovviamente utilizzate dall’investitore in maniera meccanica, perché allora tutto si rivelerebbe fuorviante. C’è però una regola generale da rispettare sempre. Gli investitori sono soliti decidere se acquistare o vendere azioni sulla base di quello che pensano possa accadere in futuro, soprattutto in termini di crescita dei profitti aziendali, e non sulla base di quanto accade oggi. La regola generale è quella di comprare quando vi sono fasi di minimo economico, quando i prezzi di borsa sono bassi e vi è la prospettiva di una ripresa economica; mentre bisognerebbe vendere nelle fasi di massimo economico, quando cioè le quotazioni di borsa sono su livelli elevati, l’economia si trova in una situazione molto vicina al livello di crescita massimo e si vanno a profilare all’orizzonte attese di rallentamento economico.
L’analisi del ciclo economico. La storia e la vita dei sistemi economici occidentali sono sostanzialmente caratterizzate da un continuo alternarsi di periodi di espansione e periodi di rallentamento dell’economia che delineano, come si è scritto anche in precedenza, anche i ritmi di crescita dei mercati borsistici. Il ciclo economico viene misurato in via generale andando a considerare la distanza, in mesi, che intercorre tra due massimi economici, o anche tra due minimi, consecutivi nell’andamento economico di uno specifico paese. Volendo osservare in maniera più dettagliata e approfondita il ciclo economico, si osserva che esso si caratterizza per cinque diverse fasi: 1)il picco, ovvero il mese in cui gli indicatori economici più importanti vanno a toccare il valore più alto e poi “svoltano” verso il basso; 2)la recessione, fase che si conclude con il raggiungimento della fase successiva; 3)il minimo economico, la fase che pone fine alla recessione economica e prelude a una ripresa; 4)la ripresa è la quarta fase del ciclo economico e si verifica quando si riesce a pilotare l’economia oltre il livello del picco precedente; 5)la ripresa spicca infine nell’espansione.
Quale arco di tempo bisogna considerare. Nel considerare il legame che esiste tra ciclo economico e ciclo di borsa, bisogna per prima cosa decidere quale arco temporale si vuole andare a considerare. Tre sono le tendenze principali e più seguite dagli analisti nell’individuazione di un trend di borsa: il trend primario, che in via generale si sviluppa lungo un arco di tempo pari a uno o due anni e riflette l’atteggiamento degli investitori verso l’evoluzione dei fondamentali relativi al ciclo economico (vi sono due tendenze dominanti, quella ascendente o di un “bull market” e quella discendente o di un “bear market”); le tendenze intermedie, che generalmente hanno una durata che varia dalle tre settimane a circa sei mesi, sono fasi anticicliche che vengono individuate all’interno di un ciclo primario predominante. L’analisi delle tendenze intermedie è sicuramente di rilevante importanza per incrementare il livello dei profitti che derivano da attività di compravendita a breve termine e anche per comprendere e identificare un possibile esaurimento del trend primario. Anche le tendenze intermedie, a loro volta, possono essere interrotte da fasi anticicliche che hanno una durata variabile, ovvero da una a quattro settimane e che vengono definite come tendenze a breve termine. Questi trend minimi sono altamente influenzati da eventi casuali e sono di difficile interpretazione.
Quanto conta il volume degli scambi. Oltra all’ampiezza del mercato, per concludere, non bisogna dimenticare un altro dato importante come il volume degli scambi: la coincidenza tra prezzi crescenti e un volume degli scambi sul mercato azionario in espansione non comporta infatti potenziali inversioni di tendenza. Nel caso in cui un prezzo salga molto di più rispetto al volume degli scambi, allora diventa possibile considerare una potenziale inversione di tendenza. Quando invece, a un volume di scambi elevato si manifesta una tendenza al ribasso di un modello di prezzo o di una media mobile, allora si è in presenza di un’inversione di tendenza verso il basso.