Il ricorso tributario, chiamato anche contenzioso tributario, è un procedimento che intercorre tra i contribuenti e le amministrazioni pubbliche e che verte su provvedimenti di natura tributaria che vengono impugnati perché ritenuti illegittimi. Se il contribuente valuta come non regolari dei tributi che gli vengono richiesti fa ricorso alla competente Commissione Tributaria che ha il potere di farli decadere e dichiararli annullati. Le commissioni quindi decidono sui ricorsi riguardanti tutte le tasse regionali, provinciali e comunali, le varie addizionali, le sovraimposte.
Le commissioni tributarie non possono intervenire e non hanno giurisdizione su tutta una serie di imposte considerate secondarie e di entità monetaria più limitata come ad esempio tutte le marche da bollo, i bolli o il canone radiotelevisivo. Per contenziosi riguardanti tutte queste è obbligatorio rivolgersi direttamente alla competente agenzia delle entrate e, in caso estremo, intentare una causa davanti al giudice civile.
Sulle opposizioni riguardanti il canone radiotelevisivo è competente il Tribunale di Torino.
Il termine per procedere con un ricorso tributario è di due mesi che si iniziano a calcolare da quando l’atto di pagamento viene formalmente notificato. In presenza di avviso di accertamento o quando i contribuenti procedono ad un concordato i termini sono interrotti per tre mesi dal momento della depositazione della domanda. Risulta essere utile comunque sapere che su tutti gli atti che la legge dichiara espressamente come impugnabili devono essere obbligatoriamente presenti le indicazioni relative proprio al termine massimo entro il quale i ricorsi possono essere presentati. Inoltre negli atti devono essere indicate anche le commissioni tributarie competenti e come presentare il ricorso.
Risulta essere possibile presentare appello contro una sentenza della commissione che non ci dà ragione. La parte che in primo grado perde può ricorrere in appello entro sei mesi dal momento in cui la sentenza di primo grado è stata depositata. Il giudizio di appello verte esclusivamente sulle richieste fatte nel primo grado e non se ne possono introdurre di nuove. Dopo l’appello è possibile ricorrere ulteriormente anche in Cassazione.
Se durante la procedura di presentazione del ricorso si commettono errori si rischia di vedere compromessa tutta la procedura: ecco allora un esempio di come presentare il ricorso tributario. Si può comunque essere assistiti da avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro che ci sosterranno durante la controversia e davanti alla commissione. Il ricorso deve necessariamente essere scritto su carta da bollo e avere:
l’indicazione della commissione tributaria cui si presenta il ricorso;
dati anagrafici del ricorrente e sua ragione sociale e se difesa da un legale anche i dati del legale;
residenza o sede legale;
numero di codice fiscale;
l’indicazione dell’ente riscossore verso cui si sta procedendo;
tutti gli estremi dell’atto che si impugna come le sanzioni, l’avviso di pagamento ecc.;
la nostra domanda e le ragioni per cui presentiamo ricorso;
firme del ricorrente e del difensore.
Molto interessante.