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Giovanni Scrofani

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Investire in Btp – Convenienza

di Giovanni

Continuano i problemi finanziari in Europa e ci si chiede se conviene investire in Btp. I numeri dell’Agenzia di Rating Fitch sono impietosi e preludono ad una situazione quantomeno preoccupante. In meno di un anno, i titoli di Stato italiani posseduti da investitori stranieri sono passati dal 50% al 32% del totale, mentre i Bonos spagnoli sono solo per il 40% detenuti da stranieri, contro un 60% di inizio anno.

Risparmiatori e istituzionali stranieri, quindi, sono in fuga dai nostri BoT e BTp: evidentemente non si fidano più così tanto della tenuta del nostro debito e investire in Btp rappresenta per loro un grosso rischio. E la situazione sembra essere destinata al peggioramento, se è vero che la stessa Fitch avverte che lo scenario sarebbe caratterizzato da una ulteriore riduzione della quota di debito italiano nelle mani di stranieri, sia per via delle

criticità sulla nostra crescita, sia per la scarsa propensione generale al rischio. E dire che l’analisi dell’agenzia non ha tenuto conto di quanto sta accadendo proprio in queste settimane, che vedono il ritorno alla grande paura di un crac europeo in conseguenza del caos di Atene e delle difficoltà finanziarie spagnole.

Lo spread, cioè la differenza tra il rendimento dei Bund tedeschi e Btp decennali italiani, è nuovamente salito, superando la soglia dei 460 punti base, mentre tra titoli spagnoli e quelli tedeschi tale divario è 50 punti. Investire in BTp con scadenza decennale rende oltre il 6%.
Ma anche lo spread Oat francesi-Bund tedeschi è sul decennale a quota 140 punti, a dimostrazione del clima teso che si registra sui mercati finanziari. Ormai i titoli tedeschi a dieci anni rendono l’1,3%, mentre quelli a 30 anni meno del 2%. Basti pensare che i nostri BoT a sei mesi hanno registrato all’asta di questo lunedì un rendimento di oltre il 2%. Asta dopo asta, i rendimenti italiani, che pure erano scesi tra gennaio e metà marzo, stanno rialzando la china e si stanno riportando ai livelli di fine 2011, quando il mercato determinò persino la caduta del governo.

La conferma delle difficoltà del Tesoro italiano arrivano anche dall’asta del 29 scorso dei nostri Btp a 10 anni e a 5 anni, collocati complessivamente per 6,25 miliardi. I primi sono stati piazzati a un rendimento del 5,66% dal precedente 4,85%, mentre i decennali al tasso del 6,03% contro il precedente 5,84%.
La curva dei rendimenti nel tratto medio-lungo, quindi, si è riappiattita, come era avvenuto tra lo scorso ottobre e inizio dicembre.

Un segnale negativo, ma che non fa scendere la nostra fiducia sulla ripresa dell’Italia.
Per cui, per i risparmiatori, investire in Btp adesso (come suggerimmo mesi fa), a questi tassi, riteniamo sia una opportunità da non perdere.

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